"L'incarnato del corpo di toni variati, l'intensità del volto. I polsi forti e le mani di toni lividi con mirabili variazioni di colore e di luce e con l'ombra che oscura la metà delle dita sono gli aspetti più interessanti e intensi del dipinto. È Caravaggio", queste sono le parole di Mina Gregori, massima studiosa di Caravaggio.
Il dipinto originale, del quale ne esistono almeno 8 copie in giro per mondo, è stato scoperto da Mina Gregori in una collezione privata di una famiglia europea che vuole rimanere anonima.
L'olio su tela, che misura 103,5 cm x 91,5, nasconde un altro indizio: dietro il dipinto c'era un foglietto con grafia seicentesca che recita: "Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma". Secondo la Gregori: "Questo documento conferma in modo definitivo l'identificazione e l'attribuzione del quadro".
Ecco la storia del dipinto. La barca su cui viaggiava il pittore conteneva tre tele: due San Giovanni e la Maddalena di cui si persero le tracce. Caravaggio muore il 18 luglio 1610, dopo l’approdo a Porto Ercole. In una lettera di qualche giorno dopo — il 29 luglio — ritrovata solo nel 1994 da Vincenzo Pacelli nell’Archivio Segreto Vaticano, Diodato Gentile, vescovo di Caserta e Nunzio Apostolico del Regno di Napoli, scrive al cardinale Scipione Borghese, grande collezionista e protettore di Caravaggio. Gentile informa Borghese della morte dell’artista e della “feluca”, la barca su cui viaggiava il pittore, che conteneva tre quadri "di S. Giovanni e la Maddalena”. Morto Caravaggio, l’imbarcazione fa rotta verso Napoli e le ultime tre opere di Merisi vengono date in custodia a Costanza Colonna, la marchesa amica del pittore che abita proprio nel quartiere di "Chiaia" a cui si fa riferimento nel biglietto sul retro della Maddalena ritrovata adesso. La nobildonna ha il compito di fare arrivare a Borghese le tele. Una, forse, giungerà a destinazione: secondo gli storici, è il San Giovanni esposto alla Galleria Borghese. Dell’altro San Giovanni si perdono le tracce. La Maddalena, invece, per Mina Gregori, è proprio questa.
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