martedì 2 ottobre 2018

LA COLONNA DI SANTA TRINITA


Raccontiamo la storia di una delle tante colonne che ci sono a Firenze, tra viaggi, furti e giustizia



Come molte delle colonne che si possono ammirare passeggiando per Firenze, anche la colonna di Santa Trinita ha la sua storia da raccontare, ed è senza dubbio la più alta e più bella di Firenze. 

La colonna di Santa Trinita venne donata a Cosimo I da parte del Papa Pio IV nelle seconda metà del XVI secolo. Proveniva dalla natatio, ossia la piscina monumentale delle terme di Caracalla a Roma ed è l’unica colonna di questo antico monumento arrivata integra fino a noi.

E’ un monolite in granito alto 11,17 metri e pesante 50 tonnellate, ed è quindi facile intuire le difficoltà che s’incontrarono durante il viaggio di trasporto verso Firenze supervisionato da Giorgio Vasari, che era era l’incaricato di seguire tutte le fasi di questo tragitto.

Il viaggio iniziò nell’estate del 1562 e coinvolse uomini e mezzi del cantiere di San Pietro che si attivarono per trasportare la colonna da Roma al mare, attraverso il Tevere.
Le difficoltà non mancarono e nonostante gli sforzi, per compiere questo primo tratto, ci vollero due mesi raggiungendo la folle velocità di 120 metri al giorno!
Raggiunto finalmente il mare, la colonna venne caricata su un’imbarcazione mandata da Cosimo I e molto probabilmente fatta costruire per l’occasione, ma nonostante questo non fu facile arrivare a Livorno perché subì anche uno scontro con due navi turche. Arrivò così nella città labronica solo nel marzo del 1563, ma ancora il viaggio non era concluso: si doveva risalire l’Arno, altra impresa non facile a causa della scarsa portata del fiume in quel periodo che impedì di raggiungere Firenze, obbligando gli uomini e l’importante carico a fermarsi a Signa.
A luglio di quello stesso anno iniziò il trasporto via terra della colonna che finalmente arrivò nel capoluogo toscano il 26 settembre 1563, oltre un anno dopo l’inizio del suo cammino.

Venne eretta l’anno successivo, dopo essere stata rimaneggiata dall’Ammannati. Il luogo in cui fui deciso di porla fu una scelta ben precisa di Cosimo che voleva celebrare l’importante vittoria contro i senesi registrata dai fiorentini nella battaglia di Marciano (combattuta circa dieci anni prima:il 2 agosto 1554).

Dato che l’allora Duca di Firenze aveva ricevuto la lieta notizia proprio di fronte la chiesa di Santa Trinita, dette ordine che quest’importante colonna venisse issata nello stesso punto in cui si trovava in quel giorno importante. 
Pochi anni più tardi, la colonna venne arricchita da una lapide alla base che riporta il nome del signore di Firenze e da una bellissima statua in porfido rosso di Francesco del Tadda rappresentante la giustizia sulla sommità. Solo la statua è alta più di tre metri ed è stata realizzata assemblando insieme con perni metallici sei pezzi diversi di porfido, forse anch’essi di origine romana.


Le storie di San Francesco, Domenico Ghirlandaio. Cappella Sassetti, Chiesa di Santa Trinita, Firenze
Negli anni successivi l'inaugurazione della statua della giustizia, avvenne un episodio molto curioso. Alcuni ragazzi che erano soliti giocare a palla sul Ponte Vecchio vennero accusati di furto quando dei gioiellieri si accorsero della mancanza di alcune pietre preziose dai loro banchi. Nonostante i ragazzi si fossero dichiarati innocenti, fu proibito loro di avvicinarsi di nuovo al ponte. I furti, però, continuarono a ripetersi anche dopo questo divieto.
Artemideeventi su Firenze


Articolo a cura di Lavinia Franceschi 




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